Nelle sale della casa/museo Palazzo Tozzoni, dimora settecentesca completamente arredata nel centro storico di Imola, gli Archivi di Ricerca Mazzini espongono una selezione delle loro collezioni di abiti. Non si tratta di una sfilata, neppure di un focus sulla storia del costume
Nelle sale della casa/museo Palazzo Tozzoni, dimora settecentesca completamente arredata nel centro storico di Imola, gli Archivi di Ricerca Mazzini espongono una selezione delle loro collezioni di abiti. Non si tratta di una sfilata, neppure di un focus sulla storia del costume. La mostra dal titolo: “RICERCHE DI STILE. Gli Archivi Mazzini a Palazzo Tozzoni” è piuttosto un racconto sulle mille declinazioni di cui si è sempre nutrito il mondo della creatività in generale e quello della moda in particolare
I salotti, gli ambienti più privati, le sale di rappresentanza e le stanze destinate ai servizi di Palazzo Tozzoni, con i pregiati arredi, tessuti e dipinti originali, espressione dei diversi stili dell’abitare tre Sette e Ottocento, accolgono centocinquanta capi “capolavori” degli oltre 500 mila che, ricoprendo un ampio arco cronologico, costituiscono il grande Archivio Mazzini di Massa Lombarda al quale si rivolgono, come fonte ispiratrice, i protagonisti della moda di tutto il mondo. La capacità di assorbire, rielaborare, rigenerare e portare a nuova vita gusti, modelli e culture – caratteristica propria del Made in Italy – è il tema di questa esposizione voluta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Imola e pensata in collaborazione con i Musei Civici di Imola – Assessorato alla cultura, che si terrà dal primo dicembre al 28 febbraio 2018, al fine di far conoscere due grandi patrimoni culturali del territorio: gli Archivi di Ricerca Mazzini e Palazzo Tozzoni.
Il percorso mostra si snoda tra le sale di Palazzo Tozzoni, dimora privata oggi casa-museo, che costituisce un caso assai raro conservando ancora i propri arredi: l’antica mobilia, le raffinate tappezzerie, il ricco patrimonio di dipinti e sculture, i manufatti di pregio, gli stucchi, le opere di ebanisteria, le ceramiche o gli alabastri fino agli elementi minuti d’arredo fanno parte di un continuum che testimonia perizia e gusto nell’avvicendarsi degli stili. Le splendide sale arredate del Palazzo sono parte integrante della “ricerca di stile”, tema centrale della mostra.
Apre la mostra l’abito “Delphos” di Fortuny (unico abito prestato da Venetia Studium srl) datato 1907 e voluto in mostra dall’Archivio Mazzini come punto di partenza del discorso sullo stile e sulla ricerca. Miyake, Fortuny, Jil Sander nell’elegante salone d’onore e i sontuosi abiti d’ispirazione etnica dai forti accostamenti cromatici di Romeo Gigli dialogano con i damaschi cremisi e le specchiere dorate dell’appartamento barocchetto; gli abiti scultorei e tridimensionali di Maurizio Galante abitano l’austero appartamento impero a fianco di mobili dai forti volumi; i voluminosi e leggeri vestiti da ballo di Dolce Gabbana e Jean Paul Gaultier spiccano nella sala da musica dell’appartamento Impero, mentre i famosi corpetti di questi grandi stilisti ispirati alla biancheria intima sono esposti tra gli oggetti per l’igiene personale appartenuti agli antichi abitanti del palazzo. La luminosa loggia attraverso cui la natura entra nel palazzo ospita la moda floreale tra cui spiccano capi unici come il costume da bagno anni Cinquanta di Schiapparelli; la cucina, fucina di creatività gastronomica, ospita le creazioni di Issey Miyake che utilizza insoliti materiali normalmente non associati alla moda; infine i vestiti Stone Island ispirati a quelli in uso nel mondo del lavoro si affacciano dalle cantine del palazzo dove ancora si respira il profumo del vino. E in tutto il palazzo gli abiti di Valentino, Callaghan, Marni, Cappucci, Galliano, Versace, Prada, Margiela, Bolzoni, Watanabe, delle sorelle Fontana, Vivienne Westwood dialogano con gli spazi e ne condividono le suggestioni.
Il percorso continua nella sede della Fondazione Cassa di Risparmio di Imola, al Centro Gianni Isola che ospita gli abiti dell’Archivio Mazzini selezionati per la copertina dell’ultimo disco di Mina e Celentano “Le migliori” che ritrae un fotomontaggio in cui i due artisti si sdoppiano e posano con stravaganti abiti femminili. Accanto vi sono gli abiti di carta protagonisti delle pubblicità degli anni Sessanta. Al Cento Isola verrà inoltre proiettato un documentario di 20 minuti sulla realtà degli Archivi Mazzini, con la partecipazione dello stilista Romeo Gigli per la regia di Mauro Bartoli.
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