Accompagnata da tre giorni di eventi con ospiti internazionali e da una mostra che esamina le connessioni tra l’architettura e le forme di esercizio del potere, la Casa da Arquitectura – Centro Português de Arquitetura ha aperto al pubblico la propria sede.
Meno di trenta minuti di metro separano il centro storico di Porto, con le sue facciate rivestite di cangianti azulejos, la svettante Torre dei Chierici dell’architetto italiano Niccolò Nasoni e le continue variazioni di altitudine, dal comune di Matosinhos. Compreso nell’area metropolitana dalla città portoghese, lambito da spiagge vista Atlantico e sviluppato attorno a uno dei principali porti del Paese, Matosinhos si inserisce nella geografia europea delle destinazioni di interesse architettonico grazie al patrimonio identitario, cui andrà a l’offerta culturale dell’appena inaugurata Casa da Arquitectura. A dieci anni dalla sua istituzione, l’unico ente nazionale portoghese senza scopo di lucro attivo sul fronte della ricerca in campo architettonico si è dotato di una “sede operativa” realizzata in questo quadrante di Porto. Una localizzazione che non dovrebbe sorprendere. Alla base della scelta non c’è solo la concessione da parte della municipalità locale di tre edifici compresi nel dismesso stabilimento produttivo della Real Companhia Vinícola, oggetto dell’intervento di ristrutturazione firmato dall’architetto Guilherme Machado Vaz. Qui l’architettura è già un punto di forza, con numerosi siti di interesse capaci di definire un itinerario tematico che intercetta opere iconiche dei grandi autori della scuola locale. Imprescindibile la visita ad almeno due dei progetti realizzati, tra le rocce e l’oceano a Leça da Palmeira, da Álvaro Siza – il Pritzker Prize 1992 è nato proprio a Matosinhos, nel 1933 -: la Piscina das Marés, del 1966, e la Casa de Chá da Boa Nova, del 1963, dove nel 2014 lo chef Rui Paula ha aperto un ristorante.
Con un’estensione di 4700 metri quadrati, circa 900 dei quali destinati alla funzione espositiva, la Casa da Arquitectura occupa una porzione del complesso edificato tra il 1897 e il 1901 da Menéres & Companhia, originariamente destinato alla Real Companhia Vinícola. L’intervento architettonico, mantenendo la leggibilità della struttura, ha comportato una rimodulazione dei percorsi, con l’inserimento di un massiccio corpo scala esterno, e la definizione di una serie di volumi interni, dalle dimensioni variabili, destinati alle attività di studio e ricerca e, soprattutto, all’archivio. Nella mission dell’istituzione, votata alla programmazione di iniziative per la conoscenza dell’architettura destinate non solo agli addetti al settore, rientrano infatti anche progetti editoriali e, soprattutto, una significazione azione sul fronte degli archivi. La Casa da Arquitectura punta a costituire l’Archive of Architecture nazionale, rappresentativo della produzione architettonica portoghese, in un’ottica intergenerazionale; un obiettivo da conseguire in maniera coordinata e sinergica con i soggetti già attivi nel medesimo ambito. Attualmente dispone di oltre 500 pezzi, tra maquette, pannelli, disegni, serigrafie, DVD, libri e altri materiali provenienti dalle collezioni e dalla proprietà di diversi architetti, tra cui Álvaro Siza, João Álvaro Rocha, Paulo Mendes da Rocha, Fernando Távora ed Eduardo Souto de Moura.
Esposizioni, spettacoli, dibattiti con ospiti di rilievo internazionale, visite guidate, proiezioni cinematografiche, concerti e attività per bambini e famiglie hanno accompagnato l’apertura della Casa da Arquitectura, da venerdì 17 a domenica 19 novembre. In particolare, al programma di conferenze Please Share!, coordinato dall’architetto italiano Roberto Cremascoli e sviluppato sui temi della curatela e dell’editoria di settore, hanno preso parte, tra gli altri, André Tavares, Joseph Grima, Pippo Ciorra, Delfim Sardo, Nicola di Battista, Matteo Ghidoni e Nuno Grande. Eduardo Souto de Moura è stato protagonista della conversazione promossa al termine della tre giorni. Resteranno ancora aperte le due mostre promosse in occasione dell’opening. Fino al 18 marzo 2018 Poder Architectura, curata dagli architetti Jorge Carvalho, Pedro Bandeira e Ricardo Carvalho, promuove una riflessione sulle relazioni tra otto tipi di potere e l’architettura, ricorrendo a fotografie, modelli, libri, disegni, video e riviste relativi a un centinaio di progetti architettonici costruiti in tutto il mondo. La disciplina, secondo il team curatoriale, “non è l’espressione di un singolo potere” e riflette una molteplicità di influenze, capaci di incidere nella produzione dei manufatti architettonici, nella progettazione della città e dell’intero territorio. Dopo i passaggi al Parque Ibirapuera di São Paulo, alla Triennale di Milano e a Siviglia, fino al 4 febbraio 2018 una mostra legata alla XX Bienal Iberoamericana de Arquitetura e Urbanismo sarà esposta alla Galeria da Casa. Inaugurata in Brasile, nell’ottobre 2016, questa edizione della Bienal ha affrontato il tema “Desplazamientos – Deslocamentos – Displacements” e ha assegnato il premio Ibero-americano all’architetto portoghese Souto de Moura.
– Valentina Silvestrini
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